Chi mi conosce sa quanto io sia amante dei tatuaggi.
Parto dal presupposto che quando ci si tatua, che sia piccolo o enorme come tatuaggio, lo si debba fare con testa e cuore. Testa perché si deve sapere che quel tattoo resterà con noi per sempre, cuore perché deve essere un tatuaggio dettato dal sentimento e dal significato profondo.
L’ultimo tatuaggio che ho fatto ha per me un significato viscerale e quindi molto profondo ed importante. Noto invece interesse e curiosità negli occhi di chi me lo fissa cercando di capire cosa significhi e se siano linee a caso o cos’altro. (adoro queste loro espressioni ahah)
Ve la faccio breve: mi sono tatuata il Vegvisir e lo Ægishjálmur, due sigilli dal profondo significato di cui oggi vorrei parlarvi.
Il Vegvisir
Il termine deriva dall’islandese “vegur”-strada e “visir”-guida, e significa quindi cartello o segnavia, e ha preso nell’ultimo periodo anche il significato di “bussola”.
Il suo scopo è quello di indicare sempre la strada più corretta e non far mai perdere il sentiero.
Perchè tatuarselo? Il Vegvisir ha quindi lo scopo di proteggere colui o colei che lo porta. Tutti noi abbiamo dei momenti in cui ci sentiamo persi, spaesati, impauriti e il Vegvisir, se vi poniamo fiducia e credo, può aiutarci in questo percorso.
La sua origine? Il Vegvisir fu ritrovato in un grimorio islandese del 1600 chiamato Galdrabòk.
Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta.
Ogni glifo è diverso dagli altri e presenta elementi più o meno caratteristici. Alcuni di questi glifi non stati tutt’oggi tradotti.
Glifo Nord
Le tre barre orizzontali sull’asse verticale inferiore funzionano come modificatore della Algiz e simboleggiano un’amplificazione della funzione di protezione.
Glifo Nord-Est
Sull’asse verticale inferiore è presente un semicerchio aperto verso l’esterno ed un secondo semicerchio più grande rivolto all’interno che racchiude due punti separati da una barra trasversale all’asse. In questo caso ci troviamo alla presenza di due distinti elementi con significati diversi. La parentesi piccola e la barra sono il primo elemento e rappresentano il portatore del Vegvisir mentre l’altro glifo, che non è una runa, reca con se i richiami caratteristici di yin e di yang.
Glifo Est
Riporta due parentesi opposte separate da una “linea di forza”. È una runa abbastanza comune e simboleggia le “persone” ed il loro relazionarsi al portatore o più esattamente le “funzioni di relazione” tra il portatore e gli altri.
Glifo Sud- Est
E’ simile al glifo Nord ma il linguaggio è modificato da un accento circonflesso sull’asse superiore centrale che indica forza nella trasmissione o emanazione ma impenetrabilità alla ricezione: una trasmissione a senso unico verso l’esterno. Il riferimento più immediato è con la runa Tyr o Teiwaz che rappresenta la guida ma anche la forza e il coraggio.
Glifo Sud
È di per certo il più anomalo. Non vi è alcun riscontro con forme, simboli o parti di essi di alcun altro genere. La sua complessità e originalità è piuttosto evidente. Il significato è solo intuibile e sembra sottintendere un’amplificazione della funzione trasmissione-ricezione, non dal punto di vista della “forza” quanto della “frequenza”, mediante l’utilizzo di maggiori strutture.
Glifo Sud-Ovest
Sembra costituire il risultato dell’accorpamento di tre diverse elementi. Il tridente è di misura maggiore ma solo per adattamento grafico. Identificarlo con una combinazione di sole rune significherebbe fare un puro gioco di fantasia. Si tratta forse di una rielaborazione sincretica operata in periodo rinascimentale aggiungendo parti di elementi archetipici. Non sappiamo esattamente cosa esprima.
Glifo Ovest
È anch’esso, nella sua semplicità, un bel rompicapo oltre ad essere anche il glifo più soggetto a variabilità tra quelli testimoniati nell’Huld Manuscript, nel Galdrakver e nel Galdraskræða Skugg, che sono però testimonianze del 19° e 20° secolo.
Glifo Nord-Ovest
Il mio preferito! Possiede in parte le caratteristiche del glifo sud-ovest inclusi i tratti di enigmaticità. Il cerchio che sta in testa all’asse ci concede qualche spiraglio di ipotesi sensata. E’ un elemento scomparso per secoli dai vari alfabeti per poi ricomparire con una pluralità di significati dove l’uomo è in relazione alla competizione o gara, alla famiglia, al grande artiglio del falco e alla madre terra.
Ægishjálmur
Conosciuto anche come l’elmo del terrore. Questo simbolo veniva utilizzato per proteggere i guerrieri. Il suo scopo era infatti quello di infondere la paura nel cuore del nemico, permettendo così a colui che la portava di risultare vittorioso in battaglia.
Per tatuarselo? Anche se non indossiamo più un’armatura e non brandiamo una spada, tutti noi siamo costretti ad affrontare delle battaglie personali, che lo vogliamo o no.
La reale origine e datazione è incerta, è stato ritrovato su grimori magici successivi all’anno 1000, tuttavia presente in diverse saghe e narrazioni di molto precedenti. Veniva disegnato o inciso all’interno degli elmi dei guerrieri, secondo cui conferiva invincibilità in battaglia, aumentando la forza e il terrore nei nemici, amplificando la furia guerriera. Il simbolo è formato da otto raggi, numero non casuale. Vi basta ad esempio al cavallo di Odino, Sleipnir, che possiede otto zampe.
Alcuni pensano che tatuarsi questi sigilli sia pericoloso perché di fatto simboli antichi e potenti. Altre filosofie di pensiero credono che, questi due simboli in particolare, diano forza e protezione ma che per contro creino un forte peso emotivo alla persona che li porta.
Io ho scelto di portarli con me, sulla mia pelle, per trarne forza interiore e coraggio. Mi sono posta alla cultura nordica con rispetto e devozione. Seguo ormai la via nordica da quasi 15 anni ed essermeli tatuati solamente ora è stata una scelta voluta.
/ Isy
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Finalmente una spiegazione semplice e dettagliata di questi due simboli!!! Mi piacciono moltissimo, ma ho spesso trovato notizie vaghe o contrastanti. Io non credo me li tatuerei, ma ho trovato su Etsy il ciondolo di un Vegvisir in rame su cui puntualmente vado a sbavare. .. mi sa che è giunto il momento!!
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Ti ringrazio 😊 sono felice l’articolo sia piaciuto. Anche un ciondolo può sicuramente aiutare. 😉 Purificalo prima di indossarlo!
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Sarà fatto!!
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Interessantísimo! 😊 Anche io amo il Vegvisir ho un bel ciondolo. Grazie ti seguo anche sugli altri social. 😉🔮 Zah
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